Le relazioni banca-impresa sono destinate a mutare profondamente a partire dal 30 giugno 2021 a seguito dell’entrata in vigore dei nuovi Orientamenti dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti. Tali Orientamenti interessano anche e soprattutto le imprese con un intervento che giunge ad essere prescrittivo in maniera assai pervasiva, attraverso alcune direttrici che possono essere così riassunte:
- Adozione di un modello di cultura del rischio all’interno di tutte le istituzioni finanziarie;
- Tracciabilità del processo del credito e rilevanza, anche ai fini di vigilanza, dei ruoli ricoperti e delle decisioni assunte;
- Informazioni necessarie per l’ottenimento del credito e modalità del loro trattamento ai fini della valutazione del merito creditizio.
Limitandoci in questo intervento all’ultimo dei punti sopra esposti, va subito detto che l’EBA prescrive alle banche di porre enfasi su una stima realistica e sostenibile del reddito e del flusso di cassa futuro del cliente, e non sulla garanzia reale disponibile. In sostanza i prestiti si devono dare a chi li restituirà, non perché assistiti da adeguati collaterali, bensì perché il prenditore è e sarà in grado di generare reddito e liquidità.
Banche e imprese sono chiamate quindi ad una vera e propria rivoluzione: le prime per adeguare le loro procedure, le seconde per mettersi al passo con la necessità di una comunicazione più strutturata e meno opaca. Ai fini della valutazione del merito creditizio delle microimprese, piccole, medie e grandi imprese, le banche dovranno avere a disposizione informazioni supportate da elementi probatori necessari e adeguati, almeno in relazione a:
- Finalità del prestito;
- Reddito e flussi di cassa;
- Posizione e impegni finanziari;
- Modello di business e, se del caso, struttura aziendale;
- Piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie;
- Garanzia reale (per i prestiti garantiti);
- Altri fattori di attenuazione del rischio, come eventuali garanzie personali;
- Documentazione legale specifica del tipo di prodotto (ad esempio, permessi, contratti).
E più nello specifico l’allegato 2 degli Orientamenti prevede che le banche acquisiscano, ad esempio, le seguenti informazioni:
- Piano aziendale sia per il cliente che in relazione alla finalità del prestito;
- Proiezioni finanziarie (stato patrimoniale, conto economico, flusso di cassa);
- Relazione/prospetto di anzianità dei crediti;
- Evidenza dei pagamenti fiscali e delle passività fiscali;
- Dati dei registri dei crediti o degli uffici crediti, contenenti quanto meno informazioni sulle passività finanziarie e sugli arretrati di pagamento.
Gli Orientamenti individuano altresì apposite “metriche per la concessione e il monitoraggio del credito”, da prendere in considerazione nell’effettuare le valutazioni del merito creditizio e il monitoraggio del rischio di credito. Scorrendo l’elenco delle metriche viene data particolare preminenza all’analisi dei flussi di cassa futuri (Cash debt coverage ratio), alla capienza dell’EBITDA rispetto alle obbligazioni assunte, alla capacità di reddito e alla verifica del grado di copertura di quest’ultima rispetto agli oneri finanziari.
Alle banche viene pertanto richiesto di tracciare il processo del credito in maniera trasparente raccogliendo ed elaborando dati accurati e affidabili, senza i quali non è più possibile deliberare alcunché. Le imprese dovranno raccogliere la sfida ed essere in grado di documentare le loro performance, storiche e soprattutto future, se vorranno ancora accedere al credito e per fare questo dovranno dotarsi di un sistema di controllo di gestione che consenta di tradursi in piani economico-finanziari seri e credibili in quanto frutto di riflessioni approfondite sul business model aziendale e la sua sostenibilità nel tempo. Si potrebbe concludere affermando che, se in passato i rapporti personali e la dazione di garanzie potevano giocare un qualche ruolo, oggi non sono più sufficienti.
Dott. Riccardo Marangon